ll futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. (Eleanor Roosevelt)

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mercoledì 16 gennaio 2008

L'amore ai tempi del colera

Ieri sera sono andata al cinema a vedere L'amore ai tempi del colera. Il film parla di due giovani che si incontrano e convinti di essersi innamorati cominciano a scriversi lettere d'amore, specialmente lui scrive a lei, fino a quando lui chiede a lei di sposarlo, lei accetta ma il padre ostacola la loro unione. Infatti lei è molto bella e benestante mentre lui è solo uno stenografo e neanche bello. Lei si trasferisce da una cugina, coltiva quest'amore nel suo cuore ma a poco a poco i ricordi svaniscono e lei si convince che l'amore per il giovane è solo un illusione. Un giorno, lo incontra al mercato e gli comunica che lei non l'ama più. Lui non se ne fa una ragione, si ammala, lei diventa un ossessione che lo accompagnerà per tutta la vita. Intanto lei sposa un ricco medico e sembra felice. Ad un certo nel film l'attrice pronuncia una frase che mi ha colpito: "Nella vita passi tante difficoltà ma nonostante tutto ti sembra di essere felice. Come fai a sapere se è davvero così?" Più o meno diceva così. Quindi, come fai a sapere con certezza che quel sentimento che stai vivendo è amore vero?
Lei se lo domanda, lui vive tutta la vita lontano dall'amore in attesa che questo ritorni.
Chi ha fatto la scelta giusta?

8 commenti:

Carlo Molinaro ha detto...

Vorrei andare a vederlo, il film di cui parli. Quello e Cous cous sono due film usciti adesso che vorrei vedere, ma sono sempre così di corsa, pieno di cose da fare. Però magari ci riuscirò!
Poni domande mica da poco, Chiara! Di sicuro nessuno ha la risposta in tasca. Come fai a sapere con certezza che quel sentimento che stai vivendo è amore vero? Eh già, come fai? Prima ancora, bisognerebbe sapere che cos’è l’amore vero. E non è una questione da poco. Se ci si sono arrovellati tutti, dai classici antichi ai padri della chiesa ai poeti di ogni epoca ai filosofi agli psicologi agli opinionisti ai baciperugina, vorrà forse dire che una risposta universale non c’è.
Forse ognuno ne deve cercare una propria, personale, e basta. Ma anche così non è facile.
Tu, Chiara, come fai a sapere con certezza che quel sentimento che stai vivendo è amore vero? Mi ricordo quando mi hai mandato una mail con i dieci motivi per cui sei sicura di essere innamorata. Sembravano le prove dell’esistenza di Dio di Tommaso d’Aquino! E, come quelle, non provavano niente. E te ne sei accorta anche tu, subito dopo. Non è così che puoi sapere.
Io, Carlo, come faccio a sapere con certezza che un sentimento che sto vivendo è amore vero? Non ci provo neppure a saperlo, mi basta il desiderio di viverlo. Se il sentimento è ricambiato e genera una storia d’amore vissuta, si può capire qualcosa di più, «al fuoco della quotidianità». Forse. Ma non è neppure detto. Ogni giorno può aggiungere e togliere qualcosa. Stabilizzare l’instabile o destabilizzare lo stabile. Se hai ispirato a questo concetto il tuo blog, ne saprai qualcosa.
Tommaso d’Aquino (in modo anche contraddittorio, ma la gente di chiesa è una contraddizione perenne) cercava prove razionali di una cosa che si può credere solo per fede: l’esistenza di Dio. Che sia così anche per l’amore? E forse per tutti i sentimenti? Si percepiscono, si provano. Nel fluire dei giorni si evolvono, cambiano, si rafforzano oppure si indeboliscono. A volte questo dà come un’angoscia, l’assenza di una certezza. Ma non c’è niente da fare. Anche il più saldo degli uomini può rispettare un impegno, questo sì, ma far durare un sentimento che si spegne no, non lo può fare. Io mi sento di dire a una donna «non ti abbandonerò mai». Sarò temerario ma me la sento. In fondo anche la mia ex moglie ha sempre potuto contare su di me, e lo può ancora, benché si sia adesso sposata con un altro. Non tradisco le promesse concrete, gli impegni. Ma i sentimenti non si possono promettere. Si può avere la sensazione che dureranno per sempre. A volte ce l’ho, pensa. Ma è una sensazione. La percezione di qualcosa che accade. Ma non una promessa. Boh, cantava qualcosa di simile anche quello scioccolone di Lucio Battisti: «non è una promessa, ma è quel che sarà». Probabilmente per sbaglio, a Mogol è uscita una frase altamente filosofica!
Ci sono prove, dimostrazioni? Non credo. Magari cosine così empiriche, ma... Io potrei dire che ti voglio molto più bene di quanto tu ne voglia a me perché sono qui a sproloquiare rispondendoti mentre dovrei lavorare, e tu invece mi risponderai al massimo con una riga e mezza scritta di corsa in trenta secondi. Ma da un lato questo poi invece può non voler dire niente, e dall’altro non c’era nessun bisogno di una simile dimostrazione...
Bah, parole, parole. A volte un piccolo gesto segnala più che mille parole. Ho visto la foto nuova veneziana che hai messo in cima al blog. Ecco, quella significa già qualcosa.
Uff, vuoi sapere se il tuo è vero amore? Va bene, te lo dico io: sì. Lo è. Altrimenti, a questo punto, almeno un giro con me te lo saresti fatto, tanto per variare! :-) Una battuta, per ricordarci che non stiamo facendo un trattato filosofico, e nemmeno un libro alla Francesco Alberoni.
Quanto all’altra domanda, chi fra i personaggi del film faccia la scelta giusta, a me pare che la scelta giusta non la faccia nessuno, forse neppure quella esiste. Vivono come vivono. Entrambi si privano di qualcosa, forse inseguendo qualcos’altro. Forse per paura. Forse per nessun motivo, perché va così. Lei sembra felice, ma chissà se lo è. Lui la insegue, non molla, e chissà. Nota una cosa: lei ha un amore nella vita quotidiana, quel ricco medico, e però dubita di amare. Lui non lo ha, lo insegue vanamente, ma è certo di amare. Chissà come sarebbero stati loro due insieme... Pazzi d’amore per una vita, o logori e annoiati dopo un anno o due? Non lo sapremo mai.
Non è una scienza, l’amore, non c’è oggettività, misurazione, decisione. Per descriverlo bisognerebbe guardarlo con distacco, ma il fatto è che lo conosci e lo vedi solo quando ci sei dentro. Dunque la descrizione oggettiva è semplicemente impossibile.
Se poi sono io che scrivo a te, come in questo momento, di distacco oggettivo non è neppure il caso di parlare. Sèntitelo nel cuore, nelle viscere, Chiara, se ami, e chi. È solo lì che c’è una risposta, ma non è oggettiva né stabile. È uno slancio. Se ami qualcuno amalo e non farti troppe domande. Se non lo ami lascialo e non farti troppe domande. Tanto complicato e tanto semplice nello stesso tempo!
Comunque quel film lo vorrei vedere, l’ha visto una mia amica e mi ha detto che è bello, anche se lo devi guardare un po’ «dimenticando» il libro da cui è tratto. Ma è sempre così con i film ispirati a libri, un film è necessariamente una cosa diversa da un libro. Non bisogna aspettarsi di ritrovare il libro nel film.
(P.S. Lo so che faccio una vera invasione di presenza sul tuo blog, ma non è colpa mia se non ci scrivono granché altri. Io ogni volta che ti leggo ho voglia di comunicare con te, sarà mica un delitto.)

Chiara Borghi ha detto...

ecco la riga e mezza di risposta:Non ti preoccupare. Le prove di Tommaso sono cinque e non dieci.Il film è bello, io il libro di Marchez non l'ho letto, l'autore nmi angoscia e mi faccio bastare i cent'anni di solitudine. E' Marchez vero?
La domanda per me è inutile da porre e serve solo a confondere. L'interessante è che solo chi non ha l'oggetto dell'amore è certo di amare e non viceversa. Succede spesso, quando non si è corrisposti si è certi di essere innamorati mentre quando l'altro ricambia sorgono dei dubbi. Stranezze.
Buona giornata

Carlo Molinaro ha detto...

Ma non sempre. Non per me. Sono stato certo di essere innamorato di donne che mi ricambiavano, o che almeno facevano l'amore con me: se fossero innamorate di me quanto io di loro lo sa Dio, ma io sono certo che ero innamorato, e lo ero anche durante, nei giorni dell'amore vissuto, reale. Non sono un uomo a cui l'amore comincia a passare quando lei ci sta, anzi spesso la realtà mi ha innamorato di più che le mie "fantasie di prima". Forse sono stato fortunato... ma ne vorrei ancora, non basta mai, no?

Carlo Molinaro ha detto...

P.S. Sì, è Gabriel García Márquez. "Cent'anni di solitudine" a me è piaciuto molto, è uno dei libri della mia vita, mi ha coinvolto tantissimo. Un bacio. (Risposta "in tempo reale", stavolta, eh!)

Carlo Molinaro ha detto...

Amore, colera... Ti offro qualche poesia a voce. Alla fine è solo questo che ho da offrire. O forse neppure.

Anonimo ha detto...

inutili le domande sull'amore... quando c'è c'è! poi tutti i casini che provoca, sono un altro discorso!

Anonimo ha detto...

sei carino,quando ti appassioni cosi perdutamente e non ti eclissi di fronte a balconi alti dai pannia rrotolati

Carlo Molinaro ha detto...

Balconi alti dai panni arrotolati?