ll futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. (Eleanor Roosevelt)

ll futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. (Eleanor Roosevelt)

Cerca nel blog

sabato 23 maggio 2009

carcere duro, l'apocalisse, Obama e Osama

In campagna elettorale si promettono tante cose, sembra la via più facile, viene quasi naturale ma è così. E' così che Barack Obama con il suo charme afroamericano di tagliente avvocato durante la sua faticosa ascesa alla casa bianca promise di abolire il carcere di massima sicurezza di Guantanamo. L'allora candidato presidente nell'enfasi nuova dei primi vagiti della sua campagna elettorale aboliva, toglieva. Poi, il futuro presidente, rinvigorito dal crescere del consenso della gente parlava di regolamentare, di non chiudere ma di controllare che i detenuti non venissero torturati. Che fossero detenuti e non prigionieri.
Ora Obama, il nero è presidente degli Stati Uniti d'America e Guantanamo è ancora la stronza galera, il tempio dell'ultima frontiera della tortura, il simbolo della cancellazione della dignità umana, sia dei carcerati che dei carcerieri.
Obama ci ha provato ma il congresso (praticamente riveste il ruolo del nostro parlamento) non ha promosso il provvedimento. Tutti contro: repubblicani e democratici. Conservatori (e si capisce) e progressisti (e si fa più fatica a capire).
Il mondo è reazionario, adesso anche quando mette la maschera progressista, anche quando lo chiamiamo di sinistra.
da qualche tempo lavora meno alla sua campagna Osama Bin Laden, quello che arruola milioni di persone e le arma e le addestra e butta giù il simbolo dell'Occidente imperialista ed invasore, fa saltare i treni e manda videoclip. A dirla così qualcuno potrebbe pensare che sia un gran benefattore, uno che sicuramente posti di lavoro da terrorista suicida ne trova, uno che è lo sceicco del terrore.
Osama, lo sceicco dell'apocalisse, la scusa per vendicare una guerra persa (anche se, in verità, perdendone un'altra), la scusa per esportare democrazia e oleodotti, la scusa per il patto import democracy - export oil.
Campagne elettorali diverse, con esito differenti ma paragonabili nei fini.
Tutte e due "i candidati" hanno fatto promesse: uno sanità pubblica alle fasce di reddito basso e chiusura di Guiantanamo l'altro libertà dall'invasore e un po' di soldi alla famiglia dell'attentatore. In più il secondo candidato ha Dio dalla sua, e promette sette vergini disponibili e bellissime all'ingresso del paradiso, tra le altre cose. Cose diverse e non paragonabili, o che paragonarle suona politicamente scorretto o semplicemente di cattivo gusto ma al fondo resta il concetto che la politica di oggi è tutta campagna pubblicitaria- campagna elettorale. Guardate i "nostri" politici come ogni giorno lanciato lo slogan, ( a volte anche con jingle e veline) ci impongono qualche loro prodotto con il nome di legge.

giovedì 21 maggio 2009

limitature, aggiustamenti

Ho un po' aggiustato la poesia Rovescio, io sono fatta così quando scrivo qualcosa me ne innamoro (non sempre, solo quando pubblico qui), poi passa qualche giorno riprendo in mano gli stessi versi e taglio o aggiungo o mi domando cosa mai abbia scritto due o tre giorni prima. Non perchè sia labile io ma perchè son "cose" basate sulle percezioni quindi, semmai (concedete) la "poesia" è labile. Quando non è eterna, quando non arriva all'universale ma non credo sia questo il caso.
Tutto ciò per dire che ho cambiato un verso di Rovescio e la rimetto online.
Il gioco stupido potrebbe essere individua nel testo il verso o i gruppi di versi cambiati. Anche se sa di esercizio da libro di grammatica...forse

Rovescio

Il mare infrange
Spacca la battigia
mentre il sole scurisce i miei lividi,
il vento di ovest
scorazza intorno le rimesse mie vesti
i passeggianti sulla strada fluiscono
sono fiume di selciato
i gabbiani girano in cerchio
tamburi echeggiano lontani, da qualche staccionata
di spiaggia affittata
non è nitida la mia immagine a me stessa
non distinguo subito se è fuoco o festa.

Dopo, come se fosse vento un’idea soffia in mente e
I gabbiani diventano colombe e
Il mare sembra danzare ai margini
Della strada ferma di traffico
L’asfalto stracca finalmente riposa e
Dalle auto sento la musica
Tamburi radunano a festa!
L’aereo lascia la scia della pace

Ora, il cielo è simile ai miei occhi e
Presto anch’io sarò pronta a ripartire

sabato 9 maggio 2009

Polaroid

Ho appreso dai giornali che Florian Kaps, austriaco disegnatore di siti web e appassionato di Polaroid ha rilevato a Enschede, in Olanda, l'ultima fabbrica europea di macchinette istantanee con l'obiettivo di rimettere in vendita l'oggetto surclassato dall'avvento dell'era digitale. Ci si stanno mettendo, lui e un pugno di operai e 1,2 milioni di euro con la sfida di rimettersi in marcia sul mercato nel 2010, sfida anche contro la globalizzazione e l'omologazione delle masse.
La polaroid, inventata in America daEdwin Land è stata una vera e propria rivoluzione. Andy Wahrol ne era "maniaco", portava la sua Big shot sempre con lui e scattava foto istantanee a tutti gli ospiti della sua factory, le foto di polaroid erano le sue modelle per le serigrafie e le altre opere pop.
La polaroid ha un grande fascino perchè cattura l'istante vero, la frazione e te la scatta senza filtri e te la consegna pronta senza mostrartela prima. Non so se mi spiego: la macchina digitale quando decidi di fotografare un oggetto o una personea ti da un sacco di informazioni, quanta luce, l'angolazione, il colore e altro e poi ti avverte su cosa stai facendo inquadrandoti l'immagine. Sei tu che scegli come modificare la realtà e una volta stampata l'immagine non ci sono più grandi segreti da rivelare, infatti a volte ci dimentichiamo o scegliamo di non stampare l'immagine catturata perchè essa non reca più segreti, è un attimo che abbiamo accuratamente scelto e confezionato. La polaroid no, la polaroid è l'attimo che ti sceglie, lo scatto è il momento reale ed è un segreto finche non viene stampato, non asciuga, non appare e spesso è molto diverso da come te lo eri immaginato cinque minuti prima quando pensavi di averlo catturato. Quando lo vedi stampato, magari è lui che ha catturato te, il tuo soggetto in un momento unico e irrepetibile che ti eri perso e che, forse non avresti più rivisto.
La Polaroid Usa, sorpresa e penso, infastidita dal progetto impossible (come è stata battezzata la società) di Enschede propone a sua volta una macchinetta digitale con incorporata una ministampante e annuncia che quella sarà la novità che sconfiggerà per sempre la polaroid. La battaglia sarà difficile. Duello fra fatalisti e strutturalisti. Fra difensori del matrimonio programmato delle immagini e della loro avventura emotiva. Non so chi vincerà, magari semplicemente la modernità avrà la meglio e l'istantanea tradizionale rimarrà appannaggio di pochi artisti o appassionati o l'impresa olandese, il sogno di operai e di un sognatore, avrà la meglio. E polaroid tornerà ad incantarci.

domenica 3 maggio 2009

Mare, spiaggia, vento: diritto e rovescio

Oggi sono andata a spiaggia e per quest'anno è la prima volta. Ho ascoltato un po' di musica, letto ( sto indagando su quella che fu La Repubblica di Torriglia durante la resistenza italiana), guardato il mare, senza ancora fare il bagno e guardandomi attorno ho scritto una poesia.
Si può dire, sarà stato il mare che oggi era molto limpido o sarà stato il vento o il cielo, qualsiasi cosa sia stata a ispirarmi la poesia è stata scritta e la riporto di seguito. Il titolo è rovescio perchè a volte quello che nei pensieri si presenta come dritto, sinonimo di giusto, di consigliato, si rivela rovescio nella realtà e cose che razionalmente diresti infattibili, non utili, come le maglie messe a rovescio, a volte in realtà si rivelano le cose più giuste che avresti potuto fare. Un po' come andare al mare da sola, anche se c'era un po' divento e un'"allarme traffico da rientro" oggi pomeriggio.

Rovescio

Il mare infrange
Spacca la battigia
mentre il sole scurisce i miei lividi,
il vento di ovest
scorazza intorno le rimesse mie vesti
i passeggianti sulla strada fluiscono,
sono fiume di selciato
i gabbiani girano in cerchio
tamburi echeggiano lontani da qualche staccionata
di spiaggia affittata
non è nitida la mia immagine a me stessa
non distinguo subito se è fuoco o festa.

Dopo, come se fossi vento frulli in mente e
i gabbiani diventano colombe e
il mare sembra danzare ai margini
della strada ferma di traffico
l’asfalto stracca finalmente riposa e
dalle auto sento la musica
tamburi radunano a festa!
l’aereo lascia la scia della pace

Ora, il cielo è simile ai miei occhi e
presto anch’io sarò pronta a ripartire