ll futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. (Eleanor Roosevelt)

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sabato 31 maggio 2008

Piove


Piove ormai da giorni e qualcuno dirà che noia, piove e piove e il nord s'allaga e tu scrivi sulla pioggia. Ma sulla pioggia la scrittura non dura. E allora la mia mente passa in rassegna tutto ciò che sa sulla pioggia e me lo trsmette nelle orecchie. Quando vado nell'orto la radio del cervello mette: "Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti...
E mi guardo attorno, non vedo Ermione ma Zoe che mi guarda attonita e saltella tra l'erba alta e mi sembra abbia un volto silvano e chiedo a radio cervello di cambiar musica e subito sento: "Piange dentro il mio cuore
come piove sulla città.
Che cos'è questo languore
che mi sta penetrando?...
Questo è Dj Malinconia che è salito in consolle. Accolgo anche questa che un po' mi rattrista ma che mi ricorda Parigi, Il sacro cuore da dove si vede tutta la città e torno verso casa sul sentiero scivoloso dove l'erba una volta dritta, ora è naufragata e la mia mente trasmette: "Piove senti come piove
senti come viene giù...
ed io vado a casa e mi metto a leggere

giovedì 22 maggio 2008

In difesa di Gilles Deleuze

Su La Stampa di oggi compare un servizio sul Maggio francese intitolato così:
“ ‘68, non c’è stato ma si vede” – Nonostante Sarkozy (e Deleuze) l’eredità del Maggio ha davvero trasformato la Francia”.

Penso che non si possa paragonare Sarkozy a Deleuze per nessun motivo e in nessun campo.
Anni a dietro, tre anni fa, sono stata incuriosita dall’opera di questo filosofo francese che mi ha stimolato intellettualmente e mi ha ( dolorosamente) distrutto delle convinzioni radicate. Da quel che so Deleuze era un grande sovvertitore dell’ordine prestabilito ed è per questo che a metà degli anni ottanta ( 20 anni dopo il 1968) scriveva un articolo dove affermava che il maggio del ’68 non ha avuto luogo. Stesso articolo citato da Filippo D’Angelo per il quotidiano torinese. E’ chiaro che per il filosofo che ha tentato di liberarci dalla retorica e che ha riportato alla luce millenni di storia del pensiero revisionata ad hoc dai pensatori dominanti (es. Heidegger, Husserl, Hegel), penso alla “liberazione della filosofia di Nietzsche dai travisamenti e dall’ingerenza di Heidegger, o alla critica all’empirismo humeiano dove il filosofo francese introduce un tema attualissimo, azzardo dire un problema (ripetizione-uniformazione- sonno delle masse) quale la “ripetizione” (l’opera è Differenza e Ripetizione). Altro tema Deleuziano (si aggettiva così?) è la volontà di costruire una filosofia antirappresentativa ovvero “rovesciare il platonismo” e “realizzare una nuova immagine del pensiero”, l’idea di Deleuze è di avviare in filosofia una rivoluzione culturale simile alla rivoluzione delle avanguardie artistiche del primo novecento. Questa rivoluzione culturale, secondo Deleuze, non deve coinvolgere solo gli aspetti più profondi della scrittura filosofica (ovvero il contenuto dei testi) ma anche quelli formali. Ciò lo ha spinto a sperimentare un tipo di assemblaggio del testo simile al collage.
Sono convinta che quanto detto basta a “palesare” la figura intellettuale di Gilles Deleuze, naturalmente l’apporto che questo pensatore ha dato alla filosofia del secondo novecento e l’influenza che comincia ad avere sul senso comune è di ben più ampio respiro. Ma credo che mettere in luce questa sua prima parte di indagine filosofica serva a me per prima e a chi legge, a comprendere che chi considera un pensatore capace di liberare Nietzsche e tutti noi assimilabile ad un uomo politico come Nicolas Sarkozy ( a quanto mi scrive la mia amica parigina Isabelle una politica molto vicina al berlusconismo), probabilmente ha equivocato tutto. O è ancora schiavo di un’ eredità culturale scaduta o forse non ha letto niente di Deleuze. Per smettere i panni della simil-studiosa concludo ribadendo il concetto:
Credo si possa considerare Deleuze uno degli esponenti della contro-cultura (dove per cultura intendo tradizione bigotta, parafrasando Deleuze stesso “scolastica medievale”) più attenti e impegnati del secondo novecento e un teorico della rivoluzione culturale sessantottina a Parigi, un uomo libero dalle manipolazioni maoiste e da tutte le strumentalizzazioni ideologiche. Scomodo e purtroppo ancora oggi accademicamente misconosciuto. Chissà per quanto. Sto cedendo all’idea che attualmente i cosiddetti Intellettuali non pensano affatto

giovedì 8 maggio 2008

Lavorare nel 2008

Il primo maggio sono andata al concerto organizzato dai sindacati (CGL, CISL, UIL) in piazza San Giovanni a Roma. Erano 26 anni che volevo andarci, tutta la mia vita.
E' stata una grande emozione: la folla
la musica( l'ultima volta che avevo visto Afterhours e Marlene Kuntz insieme era nell'estate del 1998 a Cuneo...cazzo, 10 anni fa)
i temi politici affrontati
i mei amici (tranne uno che come al solito ha cercato di circuirmi in tutti i modi...ma lasciamo perdere)
Claudio Santamaria non distante da me e dalla mia libidine


Volevo scrivere un elenco ma graficamente non ci riesco, come sempre sono un po' vittima della dittatura dei computer anche se pian piano arriverò a dominare la grafica della pagina senza compromessi come fino ad ora in questo blog

Ieri ho scritto un "pezzo" ispiratomi da quella giornata. Questo:

LAVORARE NEL 2008 CON UN CONTRATTO A TERMINE SENZA FORMAZIONE

MORIRE SUL LAVORO
PER SFAMARE LA FAMIGLIA E
QUELLA FIGLIA CHE TI ASPETTA A CENA
MORIRE IN UNA PRESSA
SCHIACCIATO COME UNA MOSCA
UCCISO DALLA CORSA ALL'ORO
DI CHI CREDE D'ESSERE
CAPITALISTA

MORIRE SUL LAVORO
SENZA AVERLO SCELTO
MORIRE PER UN CONTRATTO CHE DOMANI SCADE
MENTRE RESPIRO LA MIA ULTIMA ARIA TOSSICA
PRIMA DI CHINARE LA TESTA PER
MORIRE
GIA' SENTO DIRE DA LONTANO
CHE ERO FORTUNATO PERCHE'
ALMENO PER UN GIORNO
IO HO LAVORATO