ll futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. (Eleanor Roosevelt)

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lunedì 16 giugno 2008

L'italietta sta finendo, un'era se ne va (ci sono i requisiti)

Dopo le verità emerse sulla Napoli discarica del nord, dopo l'esito delle ultime elezioni politiche, molti pensano che l'Italia stia scendendo nel baratro veloce come un Dante che scende nell'inferno a bordo di un Jet. Io non credo che non ci sia più nulla da fare, se la cultura è il sintomo del pensiero di una popolazione, un film come Gomorra ne è il simbolo. Infatti, il personaggio di Michele rinuncia al "lavoro sicuro" e redditizio del trafficante di rifiuti tossici appena capisce cosa sta facendo, con chi sta trattando. Io credo che sia questa la chiave di lettura del film (come del libro anche se nel libro è molto ben rimarcato), capire, conoscere e dissociarsi da certi meccanismi. Se la camorra è un sistema va bene, io mi dissocio, non accetto. Così dovrebbe essere sempre; un altro bel film in proiezione in questo periodo è Il Divo di Sorrentino (come ho già scritto in un post precedente). Il regista fa dire a Giulio Andreotti: "bisogna continuare a perpetuare il male per garantire il bene del paese". Gran paradosso! E' quello che Andreotti e la dc hanno preso come linea politica. E' mostruoso. E' diventato senso comune in Italia perchè è comodo ma è orrido.
Ma non è tutto il paese, solo una vecchia tranche che deve estinguersi (non tornare alla ribalta con un po' di trucco) e opere come Gomorra, Il Divo ma anche Se li conosci li eviti di Travaglio e Gomez ne sono testimonianza. Se la camorra e il sistema clientelare italiano sono un sistema si può e si deve dissociarsi.E fare diversamente. Un sistema è come una dittatura non può esistere senza il consenso. Almeno un po' di consenso deve raccimolarlo altrimenti è dura resistere. La violenza di pochi non governa a lungo sul lavoro di molti. Attenti però quando il sistema mette fa proposte a cui, almeno all'apparenza, sembra impossibile rifiutare.

14 commenti:

Carlo Molinaro ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Carlo Molinaro ha detto...

Sì, ma in pratica? C’è qualcuno che si sta muovendo veramente? È un po’ il tema di questa poesia, che, benché ispirata ancora in qualche modo da te, è sicuramente rivolta a tanti, anche ai miei figli e anche a me stesso. Sto leggendo Deleuze, ho faticato molto all’inizio per la poca abitudine al linguaggio filosofico-psicanalitico che lui usa (e anche per qualche svarione nella traduzione dal francese, secondo me ce ne sono alcuni), ma adesso fila abbastanza. Ma, proprio allo specchio di quel libro, e di tanti altri libri (di politica, di filosofia, di storia ma anche di narrativa o di poesia, perché tutto concorre a un fine), come possiamo vedere la nostra vita pratica, la nostra quotidianità? Personalmente cerco di stare il più fuori possibile dalla macchina del capitalismo: vivo in un margine, consumo poco, sogno cose diverse dai beni del grande supermercato globale. Però completamente fuori non ne sono neppure io, certo: vendo il mio lavoro a un paio di aziende, devo «campare»... E tu come pensi di fare? Non sono solo i politici, siamo tutti noi: la maggior parte della gente che vedo è pronta a rubare, eludere, evadere, studiare stratagemmi e furberie a proprio esclusivo vantaggio, fregandosene della collettività. E tante volte la famiglia non è che un’estensione del proprio egoismo personale: oltre a privilegiare sé stessi si privilegiano i figli a danno degli altri (se hai fatto anche per poco l’insegnante, nei contatti con i genitori un po’ te ne sarai accorta). Dov’è il bandolo della matassa, per passare non alla storia ma a un’altra storia, come scrivo nella poesia? Non siamo forse troppo blandi? Non mangiamo alla fine tutti nel piatto del sistema? Non finiamo poi tutti per addomesticare le nostre molecole desideranti sotto la tirannia delle moli del potere (per dirla alla Deleuze)? L’Italietta (ma non è poi nemmeno un fatto solo italiano) non siamo proprio noi a sostenerla? È pieno di piccole camorre, e di andreottini in miniatura.

[Non volevo più mettere commenti nel tuo blog, dopo le cose che mi hai detto dopo Erli. Volevo «lasciarti in pace» completamente, come da tua esplicita richiesta accompagnata da alcuni epiteti non gradevoli. Ma poi ho pensato che siamo un po’ grandicelli per fare i bambini cocciuti. E allora questo commento lo metto. Se non altro questo è precisamente in tema con il tuo post, non potrai dire che è troppo «mio personale». Ho cancellato il precedente perché avevo sbagliato un link, niente di particolare. Ciao.]

Chiara Borghi ha detto...

Allora, il fatto che il capitalismo abbia vinto storicamente sul comunismo è un fatto da accettare. Se vuoi, vai a vivere in Venezuela, Chavez, per me, è un dittatore. Comunista ma dittatore. Solo che c'è capitalismo e capitalismo. Noi, siamo sotto il regime di mafie e tribalismo, con punte di violenza fascista. Molto bene, i partiti politici di sinistra invece che all'opposizione sono a Congresso (sia Rifondazione che P.D- il p.d. di sinistra è un po' azzardato, i comunisti italiani saranno in Russia a cantare sulla tomba di Lenin, credo), i cittadini siamo noi. Una parte è in preda ad un trip che fa rivivere gli anni di piombo, gruppi neo-fascisti e forse si stanno riorganizzando bene le BR - un revival. Poi, una parte di esaperati che picchia qualunque cosa gli si presenti davanti in nome del diritto alla sicurezza. Gli "ideali" del 900 -razzismo, antisemitismo, protezione dei confini sono difesi. La Chiesa Cattolica è ri-indetto il Concilio di Trento e ha stracciato Il Concordato. Poi ci sono io e altri quattro o cinque a protestare. Come proposta io ne avrei, concrete:
1) rifare la breccia di Porta Pia
2) Togliere per sempre l'immunità parlamentare e arrestare quasi la totalità dei governanti
3)abrogare la "contabilità creativa"
4) Rivedere i c.d.a di tutte le aziende private
5)Togliere tutte le cariche dirigenziali a tesserati di qualsiasi partito politico in qualsiasi struttura pubblica e privata
6)Rimettere l'Ici ai beni ecclesiastici
7)Abolire la censura sui media
8) Impiegare i carcerati per crimini finanziari per servizio civile
9) Ridimensionare gli stipendi dei politici a 3000 euro al mese e togliere loro ogni privilegio (treno,aereo gratis, cinema gratis ecc)
10)Reinvestire i soldi percepiti dal recupero crediti ecclesiastici nella pubblica istruzione

Bene, come primi provvedimenti per ristabile un' Italia laica, equa e libertaria mi sembra un buon inizio

Anonimo ha detto...

Le tue proposte mi sembrano abbastanza buone - quasi tutte- ...
( siamo un paese diretto al "macello" e non c'è una via diversa, forse ... ma questo molti lo capiranno solo dopo averne varcato la soglia - del macello).
Siete (siamo) pochini a protestare, comunque. E neanche tanto.
Sul punto dieci avrei una nota aggiuntiva: sarebbe già tanto poter USUFRUIRE CONCRETAMENTE dei soldi che già vengono dati all' istruzione!!! Ci sono dei fondi che giacciono inutilizzati e che non si "toccano" e non si sa poi perchè. Io, ad esempio, ogni anno riesco ad avanzare una buona parte, per non dire la metà, dei soldi che mi vengono "concessi" -su carta- per attuare dei progetti o dei laboratori o cose del genere... Ma puntualmente, ogni anno, si innescano dei meccanismi burocratici e vertiginosi per cui quei fondi non "RIESCO" a utilizzarli anche volendo.
ROMINA

Carlo Molinaro ha detto...

Sì, non voglio mica dire che le tue proposte siano cattive, anzi. Però continuo a pensare che nel sistema capitalista sarebbero solo dei palliativi. Certo, c'è capitalismo e capitalismo, come c'è (o c'è stato) comunismo e comunismo, e anche fascismo e fascismo. I vari regimi possono essere applicati con sfumature di meglio e di peggio. E l'Italia è mal messa. Comunque sono prontissimo ad appoggiare le tue proposte: da quale cominciamo? E come? Però in un mondo dominato dal privato e dal mercato hai un bel controllare i consigli di amministrazione... sono loro che controllano il resto, muovendo il denaro. Quella di togliere le cariche ai tesserati mi sembra un'idea demagogica: allora poi bisogna abolire i partiti? E se uno ha la tessera del circolino Arci invece può? Non so, vedo problemi proprio strutturali. Non solo i partiti, ma tutte le associazioni sono corporative: anche il Codacons mi sembra un gruppo arroccato a difendere interessi di una conventicola, senza mai un'autocritica sul consumo dei consumatori: anche consumare può essere un atto colpevole! Insomma, sono discorsi molto complessi. Va bene migliorare qualche dettaglio, però se non si esce dal capitalismo credo che ci si diriga verso la catastrofe. Il capitalismo ha vinto sul comunismo? Bene, ma questo non significa che la sua vittoria sia eterna: arriverà ben qualcosa di nuovo. Anche l'Impero romano aveva vinto su tutto, ma poi è crollato. Crollerà anche l'impero del capitale, ma il mio timore è che crolli troppo tardi per la resistenza del pianeta. Ma, insomma, speriamo. Se hai azioni concrete per sostenere le tue proposte, comunque, fammelo sapere e ti appoggerò in tutti i modi che potrò. Se poi hai anche idee per far crollare l'impero del capitale (di cui fanno parte oggi tutti i potenti della Terra, islamici compresi: la guerra fra Bush e Bin Laden è fumo negli occhi), meglio ancora.
Ma Deleuze non era certo un riformista, eh! D'accordo, il libro è del 1972, anno in cui il capitalismo (forse) non aveva ancora vinto definitivamente (o forse sì, ma non lo si sapeva). Ma il fatto che ora viviamo nel trionfo capitalista (mi viene in mente lo Spaccio de la bestia trionfante di Giordano Bruno!) non deve impedirci di continuare a pensare in un modo diverso e a un mondo diverso. Ciao!

Chiara Borghi ha detto...

La politica ormai serve solo per le infrastrutture (strade, scuole non pericolanti, ospedali senza pantegane in corsia etc) tutto il resto è noia. Siccome i "comunisti" credono ancora che Chavez e Raul Castro siano dei grandi statisti democratici e combattenti per i diritti umani (come pensavano che in Romania o in Albania ci fosse il comunismo per eccellenza, fino alla smentita storica), io continuo ad essere filosoficamente comunista, infatti le mie sono riforme in ottica statalista, ma sono certa che economicamente il capitalismo, se accostato ad uno stato sociale egualitario, possa essere un'idea al passo con la contemporaneità. Per attuarlo vorrei farlo in modo graduale rispettando l'iter democratico ma non c'è tempo, e molti sono già stati plagiati dal mal governo o si sono arresi a nuotare nella merda. Quindi: colpo di stato. Recupero un migliaio di volontari armati, e andiamo

Chiara Borghi ha detto...

Per Romina: i fondi dovrebbero essere mandati dopo la presentazione dei progetti, non prima. Mio sentore, forse sbagliato,è che tutto dipenda dal dirigente scolastico. In certe scuole dove ho lavorato, il preside sganciava qualsiasi cifra se riteneva il progetto valido e spingeva per partecipare a concorsi. Altre scuole, per fare una piccola rappresentazione teatrale a Natale ho dovuto litigare e andare dal sindaco a piangere per farmi concedere il teatro comunale! Dopo la recita il preside però mi ha fatto i complimenti...

Carlo Molinaro ha detto...

Il capitalismo associato a uno stato sociale egualitario? Ma intendi qualcosa come la Svezia nei suoi momenti migliori, semplicemente, o qualcosa di più hard core? E vuoi fare la spedizione dei Mille per ottenerlo? Ma, a quel punto, lotta armata per lotta armata, tanto varrebbe cercare qualcosa di nuovo, che non sia il comunismo centralista ma neppure il capitalismo, no? Vabbè, sei fai la spedizione dimmelo... Posso chiamarti Anita? (quella di Garibaldi, non quella di Savona). Ah no, è vero, il capo sei tu! ;-) Ciao!

Anonimo ha detto...

Tornando ai fondi dati per l'istruzione...
Ci sono diverse tipologie di fondi. Ci sono quelli che arrivano dal ministero e ci sono quelli che appartengono al piccolo "tesoretto" (chiamiamolo così per comodità) dell'istituto. Ci sono fondi che vanno utilizzati entro un certo termine perchè devono rientrare nel bilancio di fine anno, e parliamo di anno solare,e non di anno scolastico. Un bilancio che in ogni scuola deve ottenere il "nulla osta" del revisore dei conti, e non è "vita facile"...
Ci sono fondi di cui il capo d'istituto (che comunque per queste scelte non può fare di testa sua, ma si muove solo dopo aver portato le proposte davanti a un Consiglio D'Istituto e compagnia bella - o almeno dovrebbe essere così) può
usufruire a "suo piacimento", altri in cui "non si muove foglia che il ministero non voglia".Insomma ci sono fondi per tutti i gusti, volendo.
Già adesso
i soldi vengono dati solo sulla base di un progetto e solo dopo la sua presentazione e approvazione ( almeno così dovrebbe, appunto).
Il capo d'istituto conta e non conta alla fin fine.
Il mio si complimenta sempre perchè non riesco a spenderli, e così ogni anno me ne concede sempre meno,e così aumenta
il "tesoretto" in giacenza che poi comunque non posso utilizzare per svariate o ogni volta diverse motivazioni....
Alla fin fine però i soldi che si riesce a utilizzare risultano complessivamente sempre pochi perchè si innesca tutto un meccanismo "oscuro" che li blocca, li sospende, se li mangia ecc... Il sistema è marcio alla base.

Anonimo ha detto...

Continua...
Dicevo che sono i meccanismi di fondo che vanno rivisti e di molto.
Per quanto riguarda i sindaci, sono loro che ci fanno lavorare in strutture fatiscenti. La mia scuola sembra quel che resta di un edificio dopo un terremoto, ma è la scuola più bella del mondo "modestamente". ;-))
Ciao!
ROMINA

Carlo Molinaro ha detto...

Credo che lo spendere i soldi sia un problema di tutti gli uffici e istituzioni, pubblici ma anche privati. Il pur necessario controllo (che non siano spesi in cazzate) finisce quasi sempre per trasformarsi in una burocrazia micidiale. Trovo che sia un problema oggettivamente difficile. Forse se ci fosse più fiducia (motivata da più onestà!) si potrebbero allentare i controlli e lasciare le mani più libere a chi agisce dentro i progetti, e quindi snellire il tutto. Ma ci vogliono onestà e fiducia, e queste non sono cose che si comprano sul mercato! Ciao Romina. E ciao Chiara.

Chiara Borghi ha detto...

E' la burocrazia, i passaggi che bloccano i fondi: è vero, va bene.
Non voglio fare la spedizione dei mille, prima vaneggiavo riguardo un possibile golpe ma non riuscirebbe. Molti (non arrivo a comprendere il motivo) sono contenti di come il nuovo governo stia ristabilendo l'ordine in italia. Forse, non me sono accorta ma sono rimbecilliti tutti o quasi. Magari bisogna aspettare ancora, quando saremo alla fame e Berlusconi, il grande statista, finalmente troverà 1 milione di posti di lavoro pagato ad 1 milione di ingegneri nucleari a spasso da anni

Carlo Molinaro ha detto...

E fossero solo gli ingegneri nucleari! Sono contento che anche tu qualche volta vaneggi, ultimamente ti sentivo troppo razionale. Domani a Torino è festa patronale, c'è un'atmosfera strana comunque, sarà il caldo che è finalmente arrivato, ma la gente mi sembra svagata e un po' nervosa. Ciao!

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny