ll futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. (Eleanor Roosevelt)

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sabato 1 dicembre 2007

Se paghi sei pulito

Leggevo ieri su un quotidiano un singolare provvedimento del comune di Milano.
Per entrare in centro città tutte le vetture non euro4 dovranno pagare cinque euro di pedaggio.
Come dire se paghi la tassa non inquini più e puoi circolare. Praticamente una norma inutile per l'ambiente, pagati gli euro i mezzi dal fumo nero potranno inquinare lo stesso e un'altra tassa per quei cittadini che magari non ce la fanno a cambiare auto perchè non hanno i soldi (un' utilitaria euro4 parte dai 9.000 euro) e che devono per forza circolare nelle zone vietate per lavoro.
Ecco ancora una volta la stessa favola: il ricco col fuoristrada che inquina, paga e se ne batte il belino e vicino, il povero con la scarcassetta presa usata euro zero o il fiorino marcio ma che per caricare materiale da lavoro è indispensabile che paga, bestemmia, il cappio al collo stringe sempre di più ma continua ad inquinare.
Brava Moratti un'altro bel colpo nella tua fervida carriera di cazzate!

3 commenti:

Carlo Molinaro ha detto...

Già. Sono poche le città che hanno il coraggio di intraprendere una politica giusta per l’ambiente urbano, e cioè la politica di ridurre al minimo indispensabile la circolazione di auto all’interno della città. Un risultato che si ottiene non tassando i poveri, come fa la Moratti, ma favorendo i mezzi di circolazione alternativi (e poi certo, anche, creando vaste aree pedonali dove nessuno può entrare, né gratis né a pagamento!). A Torino hanno da poco aperto un nuovo tratto della metropolitana e questo è bene, però mancano completamente mezzi pubblici notturni, e quelli serali sono scarsi. In pratica l’idea è che la gente usi il mezzo pubblico «al massimo» per andare in ufficio o a scuola, di giorno, ma che al di fuori di quegli orari sia scontato l’uso dell’auto. Un’idea sbagliata, secondo me. Già purtroppo è praticamente obbligatorio l’uso dell’auto nei piccoli paesi, dove passano, se passano, due o tre corriere al giorno, e certamente nulla di sera. Ma continuano a sopprimere treni e autolinee, soprattutto quelle locali e regionali, e quindi mi sa che non c’è proprio la volontà di un’alternativa all’automobile. Colpa un po’ dei politici e un po’ anche della gente, che in maggioranza all’automobile, diciamolo, è molto attaccata!

Carlo Molinaro ha detto...

C'entra e non c'entra, ma ho voglia di scriverlo anche qui, dopo averlo scritto nel mio blog.


In una fabbrica che dista poco da casa mia, qui a Torino, sono morti quattro operai. Quattro nel momento in cui scrivo, e speriamo sia la cifra definitiva, perché altri sono in gravi condizioni. La fabbrica è un’acciaieria, una ferriera. Si chiamava proprio così, Ferriera, poi è diventata Teksid Acciai, poi è stata travolta dalla crisi, adesso tira avanti sotto la gestione di un supersfruttatore tedesco dal nome che ricorda cose sinistre di guerre passate, Thyssen, Krupp... Un supersfruttatore che vuole spremerla fino all’ultima goccia per poi, naturalmente, chiuderla: chiudere è l’unica cosa che sanno fare.
E in questa stretta finale dello sfruttamento il lavoro diventa ancora più inumano. Lo straordinario praticamente obbligatorio porta la giornata a dodici ore di inferno. Le misure di sicurezza? E chi ci bada alle misure di sicurezza, bisogna lavorare, produrre, crepare. E prima o poi succede, è successo altre volte, adesso fa notizia perché è più grave, è una strage. Quattro ragazzi sono morti. Ragazzi italiani, piemontesi – fossero stati extracomunitari non cambiava nulla, certo, ma è per dire che esistono ragazzi italiani che fanno gli operai sfruttati, e muoiono. No, è solo perché a volte sento dire che i ragazzi italiani non hanno voglia di lavorare, e allora.
E allora questa notizia, questa tragedia, la voglio scrivere anche qui, nel mio blog. La scrivo con tristezza, perché so che, dopo le parole di circostanza, dopo lo sciopero che lunedì fermerà Torino, non succederà nulla, come al solito. Non succederà nulla perché non può succedere nulla: quello che accade è intrinseco al sistema, a questa new economy che ci ha riportati indietro nel tempo, ha cancellato i diritti, e ha trasformato il lavoro in merce da pagare al minimo prezzo possibile. E chi se ne frega se ogni tanto qualche ragazzo brucia nelle fiamme di quell’inferno. È la produzione, bellezza!

Chiara Borghi ha detto...

Non ho altro da aggiungere a parte darti ragione. L'unica domanda che nessuno sembra porsi davanti a simili stragi è: "Dove cazzo sono i sindacati?"