ll futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. (Eleanor Roosevelt)

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martedì 18 dicembre 2007

La rete

Oggi un utente internet si è messo in comunicazione con me per acquistare il mio racconto. Questo è un ragazzo che si è imbattuto nel mio blog mentre "navigava in rete", mi ha trovata, ha avuto delle impressioni, ha fatto qualcosa.
E' la prima volta che penso al mio blog come ad uno strumento di comunicazione, anzi di "connessione" fra individui reali che si conoscono, si parlano nell'etere ma non fanno questo faccia a faccia e non avrebbero potuto parlarsi senza internet e non avrebbero potuto conoscersi e comprare il mio libro. Dall'universale al particolare.
Internet: che invenzione strepitosa!
Ho deciso, per la grandezza del mezzo di regalarvi un racconto che non c'entra niente, una cosa data così, per la contentezza

Il ritorno dell’ amore bastardo

Ferie d’agosto, ferie d’amici, da griglia sulla spiaggia, da dormirci tutti assieme, da legarci al dito uno con l’altro, di ogni mano. Mi taglio e con il sangue saremo fratelli. Potrò salvarti la vita o dalla vita, come vuoi. Via il costume, che ci giunga sottopelle questa notte, da ritrovarcela domattina sotto le unghie, tutti assonnati, con le facce ancora gonfie di sogni o di quel sonno senza sogni che ti scava gli zigomi. E pensare d’aver capito tutto in quell’attimo, mentre lui ti guarda e sorride, pensare che sia quella la felicità e crederci più forte, abbracciare quest’emozione anche se dura solo un istante.
Poi tornare, riporre ogni cosa nello scrigno della memoria, la mensola delle foto sarà complice di quelle giornate.
Poi crescere, sembra inevitabile. Perdersi.
Poi rivedersi, dopo il tempo, dopo il giorno, dopo il lavoro, dopo loro e dopo noi, dopotutto. Rincontrarsi.

“Perché mi hai chiamato stasera?

Bella domanda davvero, peccato non sappia risponderti.
Il sospetto è che non ci sia una risposta ma non voglio dirlo. Io credo sempre di avere la chiave del mondo, ma tu, dovessi scrivere di me diresti che ho il seno grande e il culo tondo e che capisco poco però sono intelligente.
Stasera potrei dirti tante cose, magari potrei raccontarti le mie giornate, forse sarebbe divertente.
Meglio lasciar stare, se non ricordo male, ai tempi, non era parlare il gioco che ci veniva meglio . Eravamo due bambini con le mani sporche di terra in cortile o nella tua cantina a farci lividi e a riderne il giorno dopo .
Ci restavamo addosso: io i tuoi, tu i miei segni e le assenze da giustificare.
Avevo tanta paura ad andare la sera nel bosco, mi raccontavi dei fantasmi e dei briganti, davi il nome ad ogni ombra ma eri tu, erano i tuoi mostri che svanivano quando lento mi spogliavi e accarezzavi piano il mio contorno.

“Cosa vuoi tu ora?”

Non rispondi , alzi le spalle e allarghi le braccia. Sono domande retoriche mi viene da pensare, domande che non si fanno. Tu non sai nulla e se ti dicessi ancora che tocca pensare prima di far le cose avrei paura d’esser ascoltata che se attacchi a ragionare non saresti più mio; né amore né niente. E’ il ricordo delle vecchie scoperte, dell’infanzia che si infrange nella giovinezza; in quel punto c’è un momento che ha i nostri nomi e in quel punto è sempre naturale tornare, fosse solo a riprendere fiato un attimo, riposarsi e ripartire. Siamo le nostre radici o solo le mie e tu datti un nome.
Questa notte hai un regalo per me. Una foglia secca di castagno che sai far brillare come un diamante. Mentre le dai un senso io ricordo bene perché ti amavo. Potrei giurarlo a un prete mentre te ne stai a raccontare di come questa foglia sia provvidenziale. Potrei darti un figlio mentre t’inventi la vita e ne convinci il resto, ce lo incastri e non fa mai una piega. Incontrassi la verità sulla tua strada un giorno o qualcosa di simile forse non saresti più tu ed io non sarei più certa di nulla.

Io voglio solo starti addosso con la stessa paura che avevo allora e non altro.
Mi sdraio sulle tue ginocchia; mi meraviglio di riscoprire l’azzurro dei tuoi occhi, la tua solita postura, il bianco liscio della pelle e l’odore di bucato appena fatto.
Ricordi tutto di noi. Il tuo ricordo è tangibile, è fatto di carne e sangue, il mio è più astratto, leggero, potrebbe essere vuoto. Poteva essere amore per qualche poeta fallito. Io dico: era solo compatibilità di persone.
Parliamo, si ricorda e si elude. Sceglie la memoria e l’epilogo già visto di quella storia. Ora tu sei adulto ma ancora la tua maturità non si ode e ancora non stai invecchiando anche se nel ciuffo nascondi qualche capello bianco.

Eravamo nel bosco e cominciammo a litigare
“Non mi piacciono le ragazzine che piagnucolano”
Io davanti a un uomo non ho mai più pianto.
Sei sorpreso io sia sempre più amara, come se quella grinza che m’increspa gli occhi tu non volessi ammettermela
Mi manca il tempo.
Quel tempo.
Quei giorni in cui non riuscivo a scappare senza essere trovata.
Quando mi cullavi insegnandomi a sognare.
Quei giorni che sono oggi.
Quei noi che siamo io e te .

“Facciamo l’amore?”
“Vieni qui, dai…”
“Poi andiamo via”

15 commenti:

Carlo Molinaro ha detto...

Tu davanti a un uomo non hai mai più pianto. A me si inumidiscono gli occhi leggendo questo tuo racconto. Si inumidiscono e purtroppo non sono azzurri. E non sono stati in quel bosco. Non allora, non in quel tempo. E scusami se questo non è un commento critico da letterato ma è qualcosa d'altro. Non ce la faccio, sono troppo vicino e nello stesso tempo troppo lontano. Così vicino da sentire l'odore delle foglie, così lontano da non poterle neppure sfiorare. Ciao.

Carlo Molinaro ha detto...

P.S. Sono felice che qualcuno ti abbia trovata in rete e abbia comprato il tuo libro. Sì, Internet può avvicinare. Anche se poi... poi chissà, non so, oggi sono confuso.

Anonimo ha detto...

Ma sono ritornati quegli occhi azzurri?Sono tornati ad osservare le tue linee, il tuo contorno?
Perchè rimanere soli, oggi, nel bosco?O forse avverti la presenza di qualcuno?
Non so, avverto molto rancore nelle tue parole, molto dolore, molto...rimpianto.
Una donna ama, anche dopo tempo...probabilmente avrà rielaborato, ma ogni qualvolta le dovessero chiedere di pensare (senza dirlo chiaramente) alla persona amata, probabilmente si sovraporrebbero più volti.Credo ovviamente.......

Carlo Molinaro ha detto...

Anonimo - o anonima: mi sembra di vedere una donna dietro le parole scritte, per quel poco d'intuito che ho, e magari mi sbaglio - so già che Chiara risponderà che il racconto è invenzione. Chiara sottovaluta quanto di noi traspaia nell'invenzione, che non è altro che una specie di sudore dell'anima. Io sono d'accordo con te, i volti si sovrappongono, ma qualcuno è più forte. Ho letto il tuo commento nella mia posta (ho attivato la casellina che mi manda via mail i nuovi commenti del blog: lo può fare chiunque) e ho subito pensato a chi tu potessi essere, anonimo (più probabilmente anonima). Gli occhi azzurri, gli occhi neri, la presenza di qualcuno, e qualcuno che vorrebbe esserci. Complicato. Anch'io sento tanta amarezza nel racconto di Chiara. L'amore bastardo. C'è un altro uomo che osserva le linee, i contorni, ma troppo da lontano. Tempesta nell'apparenza della quiete. È complicato, e allora conviene far conto di credere a quello che probabilmente ci dirà Chiara. Il racconto è solo un'invenzione letteraria. Probabilmente ci dirà così. O forse no, non voglio prevedere quello che dirà lei, se no sembra che io la voglia prevenire, quasi controllare, quasi esercitare un potere - e non è così, non è affatto così. Sono un uomo lontano, troppo lontano, questo sì.

marcob ha detto...

ehm, grazie del "ragazzo", Chiara: in effetti lo sono (lo siamo tutti), anche se la mia carta d'identità la pensa diversamente... :)

Comunque dovresti nella pagina principale del tuo blog raccontare qualcosa del tuo libro: ora come ora uno può decidere di comprarlo solo perchè è incuriosito dall'autrice, mentre di solito ad un libro si arriva perchè si è incuriositi da quello che si è saputo sul suo contenuto...

Auguri a tutti!

Marco

P.S. dell' "utente" non me lo aveva ancora dato nessuno: usa "navigatore", Chiara, è meno asettico e più romantico! :)

Carlo Molinaro ha detto...

Direi che Marco ha ragione... Dovresti mettere una breve sintesi del libro nella colonna a destra lì del blog. Poi una volta che hai tempo e voglia aggiusta anche i link, quello al mio blog non funziona assolutamente! :-) Ma in questi giorni avrai altro da fare. Io passerò, credo, Capodanno a Genova con amici (che conosci anche tu!), mi han detto che "posso portare chi voglio" ma immagino che tu abbia altri progetti, lo capisco! Solo nel caso tu non ne avessi... allora ritieniti invitata! :-) Intanto, ormai è quasi ora di dire Buon Natale! Ciao!

Anonimo ha detto...

è vero dovresti mettere un pò la trama del libro! sono contenta se le cose ti vanno bene,spero sempre meglio,un abbraccio!

Chiara Borghi ha detto...

No, quegli occhi azzurri non son più tornati ma ne sono arrivati altri che li hanno cancellati.
un abbraccio, buon natale

Anonimo ha detto...

Ne sei sicura?

Carlo Molinaro ha detto...

Chiara, grazie dell'abbraccio, se è anche per me, e spero di sì.
Anonima (se sei anonima femmina): che cosa ti spinge a "ravanare" così nei sentimenti di Chiara? Mettendola a livello di battuta (per sdrammatizzare!) non basto già io a rompere le palle?
Poi no, certo, ognuno dice quello che vuole, giustamente.
Anche da me un abbraccio natalizio (?) a Chiara e a tutti quelli che passano di qui.
Ciao!

Anonimo ha detto...

occhi azzurri, occhi di tutti i colori,in mente ne ho tanti,poi magari vedi solo quelli,magari no,dipende dai momenti! intanto, BUON NATALE!

Carlo Molinaro ha detto...

Ho citato il tuo libro in un messaggio di oggi, vigilia di Natale, sul mio blog. Buon Natale ancora!

Anonimo ha detto...

Passato un buon natale... sai che ho pensato al tuo racconto? è quasi come se me lo sentissi...il ritorno dell'amore,amori che si incontrano e si scontrano...c'è tanto dentro di te...anche se ne capisco solo un poco...comunque ancora auguri, ciao!

Chiara Borghi ha detto...

Buon Natale, anche se oggi è già S. Stefano, purtroppo. Anonimo: se ti dico che non ci sono più gli occhi azzurri devi credermi. oppure fai quel che vuoi. I racconti sono belli perchè ognuno li legge e interpreta come vuole.
un bacio a tutti

Carlo Molinaro ha detto...

E dopo il buon Natale e il buon anno, buon tutto il tempo, buon tutto. E buon amore, o buoni amori. Fosse anche piangere, ma per poi gioire.