ll futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. (Eleanor Roosevelt)

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lunedì 11 agosto 2008

non chiamarmi zingaro

ieri sera nell'ambito della festa provinciale di Rifondazione comunista s'è svolta una dibattito-presentazione del libro-reportage di Pino Petruzzelli intotolato Non chiamarmi zingaro.
Era ospite per l'occasione Don Andrea Gallo che è intervenuto sul tema dell'incontro di culture diverse sul nostro territorio e ci ha ricordato quanto sia fondamentale il dialogo. io hio avuto l'onore di condurre la serata.
E' stato un evento costruttivo e interessante, un occasione per conoscere il modo di vivere dei popoli sinti, rom, jenish. Tramite la conoscenza si può sconfiggere la paura del diverso. L'incontro di ieri sera edificante e intelligente ha coinvolto un centinaio di persone che hanno resistito al caldo della sala per ascoltare.
Una serata davvero speciale.
E voi che ne pensate?

7 commenti:

Anonimo ha detto...

conoscere, è la prima cosa,quello che non conosci ne hai sempre diffidenza...non so se bastano queste cose ma sono qualcosa....qui a genova ci sono comunità isolate...ma forse un pò meno che degli anni fa...fare questi incontri è unottima cosa!

Chiara Borghi ha detto...

si, pèarlarne neol modo giusto è un buon primo passo.
Buon ferragosto

Carlo Molinaro ha detto...

Parlare delle cose nel modo giusto è sempre necessario per provare a capirle. Qui a Torino il problema non è così forte come in altre città, ma comunque c'è. Anche a Torino c'è un don Gallo, Piero Gallo, che si occupa di problemi di integrazione (e non solo). Ha una parrocchia nel quartiere di San Salvario, il primo a essere interessato da una forte immigrazione (ma ora gli immigrati sono diffusi in molti quartieri, per fortuna, non c'è troppa ghettizzazione).
Così è. Com'è andato il Ferragosto?

Carlo Molinaro ha detto...

Chiara, ti segnalo questo fatto del minorenne tolto alla madre perché comunista! Che ne dici? Ciao!

Carlo Molinaro ha detto...

Un saluto dall'Internet Point di Chiavari!

Carlo Molinaro ha detto...

Un mese di assenza... Hai abbandonato il blog? Ciao, buon compleanno ancora.

Carlo Molinaro ha detto...

Sì, mi sa che hai abbandonato il blog. Un bene, se hai di meglio da fare, come spero per te. Però ti regalo ancora, qui, una poesia. Ciao!


FELICITÀ RIVOLUZIONE

Anche le poesie apolitiche sono politiche,
e in alto brilla la luna,
cosa non più lunare.

W. Szymborska


Siamo qui e proviamo a venderci
e non ci comprano nemmeno
che sei felice tu raccontalo a un altro
me non mi prendi in giro
dillo a te stessa o a quel tuo fidanzato
che sei felice
non raccontarlo a me.

Siamo qui e non è questa la vita
questo implorare pane per catene
e alloggi per prigioni
che ti sei accomodata nel sistema
tu raccontalo a un altro
me non mi prendi in giro
non vedi che tristezza hai sulla fronte?

Mettiti una mano sul cuore
se riesci ancora a trovarlo
non è che i ricchi devastano il mercato
è che l’hanno inventato.

Siamo qui e non siamo nemmeno qui
siamo dove ci mandano
rimetti a noi i nostri debiti
– ma quand’è che ci siamo indebitati? –
che sei felice tu raccontalo a un altro
non è un debito il desiderio
è un motore per fare giorni nuovi.

Siamo qui ma ci possiamo spostare
non raccontarmi niente tu piuttosto
vieni con me cominciamo a cercare
le cose perdute fra terra e radice
perdute quando ci hanno fatto vincere
troviamo quello che ti ha ucciso il cane
e tutto il resto.

Siamo qui e se non è questa la vita
bisogna camminare
con qualsiasi tipo di scarpe o senza scarpe
e controllare in specchi non ingannevoli
se abbiamo in faccia la nostra faccia
o un’altra che ci hanno disegnato
con un sorriso di pubblicità.

Non siamo qui non è questa la casa
la parete va giù è di cartapesta
è soltanto la scena di un teatro
per attori mediocri pompati dai critici
costa una vita il biglietto d’ingresso
ora tu esci e riprendila indietro
andiamo per davvero a incominciare.

Volevo scrivere una poesia politica
e m’è venuta una poesia d’amore
forse non è neppure una poesia
è amore senza niente
felicità rivoluzione
tu guarda come siamo nudi e fragili
quando desideriamo essere liberi.