ll futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. (Eleanor Roosevelt)

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martedì 11 giugno 2013

Che cos'è la poesia?

La poesia è l'arte di usare, per trasmettere un messaggio, combinatamente il significato semantico delle parole e il suono e il ritmo che queste imprimono alle frasi; la poesia ha quindi in sé alcune qualità della musica e riesce a trasmettere emozioni e stati d'animo in maniera più evocativa e potente di quanto faccia la prosa. Una poesia non ha un significato necessariamente e realmente compiuto come un brano di prosa, o, meglio, il significato è solo una parte della comunicazione che avviene quando si legge o si ascolta una poesia; l'altra parte non è verbale, ma emotiva. Poiché la lingua nella poesia ha questa doppia funzione di vettore sia di significato sia di suono, di contenuto sia informativo sia emotivo, la sintassi e l'ortografia possono subire variazioni (le cosiddette licenze poetiche) se questo è utile ai fini della comunicazione complessiva. La poesia si avvale di una struttura complessa formata da figure retoriche e metrica, la libertà del poeta si esprime talvolta attraverso la comprensione e l’abbattimento di tali regole.

A questi due aspetti della poesia se ne aggiunge un terzo quando una poesia, invece che letta direttamente, viene ascoltata: con il proprio linguaggio del corpo ed il modo di leggere, il lettore interpreta il testo, aggiungendo una dimensione teatrale. Questo fenomeno, insieme alla parentela con la musica, viene sfruttato per esempio nei Lieder tedeschi, poesie sotto forma di canzone.
Queste strette commistioni fra significato e suono rendono estremamente difficile tradurre una poesia in lingue diverse dall'originale, perché il suono e il ritmo originali vanno irrimediabilmente persi e devono essere sostituiti da un adattamento nella nuova lingua, che in genere è solo un'approssimazione dell'originale.

Che ruolo può avere la poesia negli anni 2000?

Vediamo il punto di vista di qualche poeta che ha caratterizzato la storia della letteratura mondiale. Per Ugo Foscolo la poesia serviva come unico mezzo per opporsi alla forza distruttiva del tempo. Montale scrive poesia perché questa possa essere una sorta di strumento/testimonianza d'indagine della condizione esistenziale dell'uomo novecentesco ed è consapevole che la conoscenza umana non può raggiungere l'assoluto, nemmeno tramite la poesia, a cui spesso si tende ad affidare il ruolo di fonte d'elevazione spirituale per eccellenza. Quindi la poesia dal suo punto di vista deve avere un preciso dovere morale. Nel 900 in seguito alle guerre mondiali, alle politiche d’odio razziali e agli orrori nasce una corrente letteraria nota con il nome ermetismo, il cui esponente maggiore in Italia è Giuseppe Ungaretti che scriverà addirittura dal fronte in trincea e che sosterrà che la poesia va ben oltre i significati ma simboleggiare il dolore, l’attaccamento alla terra e il sentimento del tempo che sono i temi fondanti la sua poesia.
La poesia ermetica fu così chiamata nel 1936 dal critico letterario F. Flora il quale utilizzando l'aggettivo ermetico volle definire un tipo di poesia caratterizzata da un linguaggio difficile , ambiguo e misterioso. Gli ermetici con i loro versi non raccontano , non descrivono , non spiegano , ma fissano sulla pagina dei frammenti di verità a cui sono prevenuti in momenti di grazia , attraverso la rivelazione poetica e non con l' influenza della ragione.
Abbiamo visto poesia come impegno civile, come testimonianza della condizione umana nel fluire della storia ma non possiamo non citare la poesia estetica, ovvero quella tesa alla ricerca del bello. Questa ricerca si può sintetizzare con le parole di Giovanni Pascoli che Con l'immagine del fanciullino egli indica per metafora, la capacità di stupirsi davanti alle cose, che è tipica per i bambini e che solo il poeta mantiene intatta durante tutta la vita, mentre gli altri uomini attratti da altri interessi e preoccupazioni, troppo spesso non ascoltano la voce del fanciullo che è in ognuno di loro. Un altro esempio è Gabriele D’annunzio che all’interno del saggio breve “L’estetismo” D'Annunzio porta in luce l'aspetto estetico della lirica ma ne svaluta il valore ideologico, rendendola priva di quell'atto mistico che è la sua creazione. D’annunzio si annuncia come esteta. Però anche come vate, come erede di dante e tradisce nella sua vita un preciso impegno politico. Il suo caso è emblematico di come la poesia non possa essere definita in modo univoco. Che sottintenda sempre l’uomo con i suoi pregi e i suoi difetti.


1 commento:

Carlo ha detto...

Già. Chissà cos'è la poesia!