ll futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. (Eleanor Roosevelt)

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giovedì 28 febbraio 2008

Sognare un futuro al catasto

Dopo una settimana a insegnare storia e italiano in un istituto per geometri mi sono accorta che i miei alunni ignorano totalmente i fatti del novecento dopo la prima guerra mondiale e non hanno nessuna voglia di saperne qualcosa. Per spronarli a studiano storia e letteratura io dico che anche se non sarà molto utile alla loro carriera di geometri sapere cosa fu il muro di Berlino, sarà senz'altro utile per sostenere un dialogo e affascinare una ragazza. Loro, solitamente ridono oppure mi dicono che per sedurre le ragazze non recitano poesie. E vivono bene, a detta loro. Ho notato che non si usa più scrivere pensieri o poesie sul diario come facevo io, e la cosa se dovesse accadere non sarebbe vista di buon occhio. Io scrivevo sul diario, mio e delle mie compagne e per questo godevo di grande popolarità. Ai miei tempi (10 anni fa) scrivere, voler fare gli scrittori era molto comune. Eravamo tutti artisti, chi scriveva, chi suonava, chi girava pseudo-film. Nessuno pensava di finire a fare l'impiegato del catasto, cosa che invece incuriosisce tantissimo i miei ragazzi. Cosa è successo in 10 anni? Ci siamo spaventati così tanto che preferiamo sognare a 18 anni un futuro da impiegati?
Loro non rispondono, si nascondono dietro il fatto che certi discorsi dovrei andare a farli a quelli del classico, loro, in fondo, sono solo geometri.
Voi, che ne pensate?

6 commenti:

Carlo Molinaro ha detto...

Forse è un periodo in cui c’è poca fantasia, c’è appiattimento. Anche se forse ci sono sempre stati tanti tipi di ragazzi: quelli più sensibili e attenti e quelli più menefreghisti e materialoni, per così dire. Ma sapere almeno la storia recente del mondo in cui si vive è molto importante. Quanto alle poesie, c’è chi ama scriverne e chi no. I diari sono belli, e la mia più grande soddisfazione come «poeta» non è stata vincere qualche premio ma scoprire che alcune mie poesie «circolavano» trascritte a mano su diari di ragazze.
Quanto poi al sedurre le ragazze con le poesie, mah, non so. Guarda, ti racconto una cosa in confidenza: nell’ultimo anno la maggior parte delle mie poesie sono state dedicate a una ragazza in particolare, davvero, da un anno intero in qua, poesie quasi tutte per una certa ragazza, sempre lei, proprio una fissazione. E qualcuna anche bella, eh, modestamente, mi hanno detto che qualcuna è bella, me l’ha detto pure la ragazza «in questione». Però guarda, tu non ci crederai, ma ’sta tipa, dura come una pietra: non mi dà confidenza, non esce con me, figuriamoci se mi dà un bacio, macché, niente. E sta con uno che di poesia non capisce una mazza (lo so di sicuro, gliel’ho sentito dire!). Quindi vedi ben che forse hanno ragione i tuoi allievi: per rimorchiare, meglio il catasto.

Chiara Borghi ha detto...

Vabbè, io intendevo che loro non sognano nemmeno di diventare rock star, per dire, loro vogliano fare i geometri e basta. Ti sembra possibile a 18 anni?

Carlo Molinaro ha detto...

Una cosa un po' grigia. Però anche "ai miei tempi" (ehm) c'erano ragazzi che volevano fare i geometri e basta. Non tutti crescono con in testa grandi sogni e grandi voli. Eppure sognare e volare è importante. Anche se i sogni non si mangiano e svolazzando troppo ci si prende qualche capocciata. Eh insomma. Sogni, realtà... Ma digli almeno di andare più piano quando ti porta in moto. Ieri mi veniva paura a sentir raccontare certe velocità. Lo so che non sono fatti miei ma sto in pensiero lo stesso. Ciao.

Chiara Borghi ha detto...

Non mi ci porta proprio in moto, a parte rarissime volte controvoglia.

Carlo Molinaro ha detto...

Beh, se vuoi io ho sempre la mia Gilera 125 5V del 1970. Di sicuro quella va piano. Il problema è che molte volte non va affatto. Forse è meglio la bicicletta! Buon pomeriggio.

Anonimo ha detto...

Anche ai tempi dei miei 18 anni, c'era chi sognava di fare la rock star, e chi invece sognava di fare l'impiegato in banca.
Alla fin fine, non sono poi tanto diversi i tempi.
Però un giretto in sella a una moto, io, me lo farei sempre...
adesso e allora, e ancor meglio se a velocità folli!